La Repbblica: L’Aneis contro gli avvocatipigliatutto IL CASO

REPUBBLICA AFFARI E FINANZA DEL 14/3/2011 L’Aneis contro gli avvocatipigliatutto IL CASO DANIELE AUTIERI La minaccia, come spesso accade, si nasconde nelle parole. In questo caso quelle messe nero su...

REPUBBLICA AFFARI E FINANZA DEL 14/3/2011

L’Aneis contro gli avvocatipigliatutto IL CASO

DANIELE AUTIERI

La minaccia, come spesso accade, si nasconde nelle parole. In questo caso quelle messe nero su bianco sul testo di riforma forense già approvato al Senato. A levare gli scudi in difesa dei loro interessi, stavolta, è l’Aneis, l’Associazione nazionale che rappresenta gli esperti di infortunistica stradale. Secondo il suo presidente, Luigi Cipriano, il testo della riforma nasconderebbe un cavillo che di fatto esclude la categoria dall’esercizio di una professione che ha oltre 50 anni di storia, riconoscendo agli avvocati una sorta di diritto esclusivo nel dirimere anche questo genere di controversie.
Nel corso della sua audizione del 3 marzo scorso presso la Commissione Giustizia del Camera, Cipriani ha posto l’accento sul 6° comma dell’articolo 2 della proposta di legge che recita: «Fuori dai casi in cui ricorrono competenze espressamente individuate relative a specifici settori del diritto e che sono previste dalla legge per gli esercenti altre professioni regolamentate, l’attività di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziale è riservata agli avvocati».
In questo modo, a detta dell’Aneis, la professione di esperto o consulente di infortunistica impegnato a mediare tra l’assicurato e l’assicuratore (che attualmente occupa 50mila persone) rischierebbe di scomparire. Fino ad oggi, questa professione era inquadrata dall’articolo 115 del Testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza, che assegna una licenza per operare e agire in nome, per conto e in rappresentanza dei soggetti danneggiati in incidenti di vario tipo. Secondo l’Aneis il testo di riforma forense contraddice la legislazione precedente che invece assegnava al consulente di infortunistica il compito di assistere il danneggiato in sede stragiudiziale. «L’ampliamento delle attività riservate alla categoria degli avvocati – ha dichiarato in Commissione Giustizia Cipriano – non comporta un effettivo accrescimento della tutela degli assistiti, ma determina solamente la fine di una categoria di professionisti, consulenti tecnici, patrocinatori stragiudiziali, che opera correttamente e onestamente da oltre 50 anni».
Per evitare questo rischio, l’Aneis ha proposto tre emendamenti al testo di riforma che riconoscono e tutelano l’attività di consulenza e assistenza stragiudiziale di questi operatori. «La stesura del comma 6, così modificata – ha concluso Cipriani – riporterebbe alla giusta dimensione il dettato della norma in discussione, dando prova del fatto che l’interesse dello Stato è rivolto esclusivamente all’interesse del cittadino e non subordinato all’interesse specifico di una categoria professionale».

L’Aneis contro gli avvocatipigliatutto IL CASO

DANIELE AUTIERI

La minaccia, come spesso accade, si nasconde nelle parole. In questo caso quelle messe nero su bianco sul testo di riforma forense già approvato al Senato. A levare gli scudi in difesa dei loro interessi, stavolta, è l’Aneis, l’Associazione nazionale che rappresenta gli esperti di infortunistica stradale. Secondo il suo presidente, Luigi Cipriano, il testo della riforma nasconderebbe un cavillo che di fatto esclude la categoria dall’esercizio di una professione che ha oltre 50 anni di storia, riconoscendo agli avvocati una sorta di diritto esclusivo nel dirimere anche questo genere di controversie.
Nel corso della sua audizione del 3 marzo scorso presso la Commissione Giustizia del Camera, Cipriani ha posto l’accento sul 6° comma dell’articolo 2 della proposta di legge che recita: «Fuori dai casi in cui ricorrono competenze espressamente individuate relative a specifici settori del diritto e che sono previste dalla legge per gli esercenti altre professioni regolamentate, l’attività di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziale è riservata agli avvocati».
In questo modo, a detta dell’Aneis, la professione di esperto o consulente di infortunistica impegnato a mediare tra l’assicurato e l’assicuratore (che attualmente occupa 50mila persone) rischierebbe di scomparire. Fino ad oggi, questa professione era inquadrata dall’articolo 115 del Testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza, che assegna una licenza per operare e agire in nome, per conto e in rappresentanza dei soggetti danneggiati in incidenti di vario tipo. Secondo l’Aneis il testo di riforma forense contraddice la legislazione precedente che invece assegnava al consulente di infortunistica il compito di assistere il danneggiato in sede stragiudiziale. «L’ampliamento delle attività riservate alla categoria degli avvocati – ha dichiarato in Commissione Giustizia Cipriano – non comporta un effettivo accrescimento della tutela degli assistiti, ma determina solamente la fine di una categoria di professionisti, consulenti tecnici, patrocinatori stragiudiziali, che opera correttamente e onestamente da oltre 50 anni».
Per evitare questo rischio, l’Aneis ha proposto tre emendamenti al testo di riforma che riconoscono e tutelano l’attività di consulenza e assistenza stragiudiziale di questi operatori. «La stesura del comma 6, così modificata – ha concluso Cipriani – riporterebbe alla giusta dimensione il dettato della norma in discussione, dando prova del fatto che l’interesse dello Stato è rivolto esclusivamente all’interesse del cittadino e non subordinato all’interesse specifico di una categoria professionale».